L’INQUINAMENTO DA MERCURIO
Il mercurio è un metallo naturalmente presente nell’ambiente a cui siamo esposti sia per fenomeni naturali che per effetto delle attività umane.
E’ impiegato massicciamente anche nei processi produttivi e come componente di base di una vasta gamma di beni di largo consumo (es. apparecchiature elettroniche, termometri, materiale ospedaliero). Attualmente su scala globale vengono rilasciate in atmosfera circa 5000 tonnellate annue, di cui 2400 derivanti da attività industriali e il resto da sorgenti naturali.
Il mercurio è stato da tempo individuato come inquinante globale in grado di produrre rilevanti effetti negativi sia sulla salute umana che sull’ambiente. Una volta rilasciato nell’ambiente, viene sottoposto a una serie di trasformazioni che ne determinano la circolazione tra aria, acqua, sedimenti, suolo e organismi viventi. Esso è presente in diverse forme chimiche: mercurio metallico, inorganico e organico. A seconda dello stato chimico del mercurio, la sua presenza assume rilevanza in uno o più comparti ambientali.
Uno dei composti del mercurio più pericolosi è il metilmercurio che si bioaccumula negli organismi viventi e in particolare nei pesci di grossa taglia, come ad esempio il pesce spada e il tonno.
Il mercurio è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una delle 10 sostanze (o gruppi di sostanze) chimiche che causano maggiori preoccupazioni per gli effetti che può produrre nella popolazione esposta.
Il mercurio metallico è scarsamente assorbito a livello intestinale, ma raggiunge il polmone attraverso la respirazione e, una volta assorbito, può passare la barriera che protegge il cervello e la placenta. L’assorbimento del mercurio inorganico attraverso l’apparato digerente e la pelle dipende dalla solubilità dei sali. Il metilmercurio è facilmente assorbito dopo assunzione per bocca attraverso il cibo. Il mercurio metallico e il metilmercurio hanno come bersaglio principale il sistema nervoso centrale e periferico, mentre i sali inorganici di mercurio sono corrosivi per occhi e pelle e, se ingeriti, hanno effetti sul sistema gastrointestinale e possono provocare danni ai reni.
Nei lavoratori, l’esposizione al mercurio costituisce una causa di malattia professionale. Il principale bersaglio è il sistema nervoso ma sono riportati anche effetti su reni, polmoni, cuore e sistema immunitario. Disturbi come perdita della memoria, tremori, mal di testa, insonnia, disfunzioni cognitive e disfunzioni nei movimenti sono stati segnalati in lavoratori esposti per diversi anni a circa 0,020 milligrammi per metro cubo (mg/m3) di mercurio metallico tenendo presente che, per il mercurio ed i suoi composti, la concentrazione massima tollerabile nell’aria è pari a 0,1 mg/m3.
L’esposizione ripetuta a metilmercurio, principalmente attraverso la dieta, porta ad effetti neurologici.
L’avvelenamento da mercurio può essere prevenuto attraverso un attento controllo dei livelli di esposizione. Nel 2013 i governi di molti Paesi si sono accordati sulla Convenzione internazionale di Minamata, che prende il nome dalla città giapponese colpita negli anni ’50 da un grave disastro ambientale e sanitario causato da un forte inquinamento industriale da mercurio (rilasciato da una industria chimica dal 1932 al 1968 nelle acque di scarico che finivano in mare, nella baia di Minamata). La Convenzione, firmata anche dall’Italia, prevede controlli, riduzioni o proibizione (dal 2020) dell’uso di mercurio in molti prodotti (ad esempio nei termometri) e in processi industriali in cui viene utilizzato, rilasciato o emesso mercurio.
Nel frattempo, possono essere utilizzati piccoli ma importanti accorgimenti per la salvaguardia della salute umana e ambientale, come il corretto smaltimento di rifiuti contenenti mercurio (come termometri e lampade fluorescenti), allontanarsi e arieggiare i locali in caso di rottura accidentale di prodotti che lo contengano, osservare le indicazioni sul corretto consumo di pesce.